Secondo la Corte di Cassazione fanno parte di una "locale" della ?ndrangheta tra le province di Asti, Alessandria e Cuneo e devono dunque scontare una pena definitiva in carcere tre
Secondo la Corte di Cassazione fanno parte di una "locale" della ?ndrangheta tra le province di Asti, Alessandria e Cuneo e devono dunque scontare una pena definitiva in carcere tre astigiani, che erano stati arrestati nel 2011 dal Ros dei carabinieri di Genova e Torino nell'ambito dell'operazione "Albachiara". L'indagine era stata coordinata dall'allora procuratore di Torino Giancarlo Caselli, responsabile della Direzione distrettuale antimafia piemontese.
I Ros avrebbero documentato un presunto summit in una villetta dell'Alessandrino, al quale sarebbero stati presenti anche gli astigiani. Erano stati 16 in tutto gli arrestati, assolti in primo grado a Torino dopo un anno di custodia cautelare. Poi nel 2013 in Corte d'Appello il ribaltamento della sentenza: tutti condannati. E la Cassazione nei giorni scorsi ha confermato la decisione. Giunge così la condanna anche per i tre astigiani: «Non hanno commesso alcun reato, non sono mai stati loro contestati singoli fatti di illegalità», avrebbe detto il loro avvocato torinese Alberto Nigra.
Sarebbero stati dunque condannati semplicemente perchè ritenuti dai giudici far parte di una "locale" della ?ndrangheta. Si tratta di Stefano Diliberto Monella, 58 anni, il figlio Luigi, 31, e Damiano Guzzetta, 44 anni. I primi due sono stati condannati a 3 anni e un mese; il terzo a 4 anni.